Le ricerche storiche e ceramologiche che da tempo vengono effettuate sulle origini e la storia della ceramica derutese, consentono, dopo le scoperte più recenti, una più approfondita conoscenza dello sviluppo produttivo-stilistico della ceramica derutese e rendono lecito supporre che le origini, benché non del tutto esplorate, siano piuttosto antiche. I primi insediamenti furono sicuramente favoriti dalla facile reperibilità di argilla, materia prima della lavorazione della ceramica, sia nelle colline derutesi, dove ancora veniva estratta nei primi decenni del nostro secolo, sia nei dintorni, compresi i depositi alluvionali del fiume Tevere, anch’essi sfruttati fino a circa cinquanta anni fa. Infatti, è documentata l’esistenza, fin dal 1296, del toponimo “terra vasaria” sulle rive del Tevere nel territorio della vicina Torgiano ed è stato recentemente evidenziato come in un’ampia zona della media valle tiberina, tra Perugia e Todi, possano rintracciarsi testimonianze di consi­stenti produzioni di laterizi e terrecotte, in tempi remoti, non solo a Deruta, ma anche in centri vicini come Marsciano, Todi e Torgiano (Busti-Cocchi 1996). La felice posizione geografica di Deruta poi, specie per la prossimità ad importanti vie di comunicazioni terrestri e fluviali, favorendo i commerci e gli scambi, potrebbe aver sostenuto lo sviluppo delle attività dei vasai e l’espansione dei loro commerci.

Volendo rintracciare le testimonianze più lontane non mancano a Deruta reperti archeologici fittili di epoca romana ritrovati in loco, ma nessuna campagna archeologica finalizzata è stata mai qui seriamente condotta e, di peggio, il ritrovamento nel 1962 di un consistente, stando alle testimonianze, deposito o fornace di anfore scoperto durante i lavori di costruzione della attuale superstrada E45 fu purtroppo occultato e il sito saccheggiato e distrutto. Se scarse sono dunque le attestazioni relative alle origini più antiche, un considerevole numero di testimonianze, siano documenti d’archivio, siano reperti archeologici, siano opere superstiti conservate nei musei o nelle collezioni private, documentano come la ceramica sia stata prodotta a Deruta, senza soluzione di continuità, dal medioevo fino ad oggi.
Ne risulta un quadro composito che vede Deruta configurarsi, specie fra secoli quindicesimo e sedicesimo e nuovamente nel nostro secolo, come uno straordinario fenomeno di monoeconomia basata sulla produzione della ceramica. La particolare specializzazione e la continuità produttiva hanno fatto sì che nell’evoluzione tecnica e stilistica della ceramica derutese si possano riconoscere tutte le principali tappe attraversate anche dalle produzioni dei diversi centri ceramici dell’Italia centro-settentrionale, a volte con significative anticipazioni o con soluzioni originali come nel caso dei lustri rinascimentali. Ciò si deve anche, com’è stato efficacemente evidenziato alla “funzione di crocevia” svolta da Deruta nei secoli XIV-XVI per cui varie esperienze artistiche e tecniche di lavorazione dovettero qui amalgamarsi in un fecondo incontro, tanto più intenso sul piano della produzione quanto più resistente all’indagine critica che voglia isolarne gli elementi di provenienza, le ascendenze, le scuole”(Nicolini 1980). Oltre ai fiorenti ed estesi commerci è la migrazione di maestri vasai, da e per Deruta, fenomeno ampiamente documentato negli archivi storici fin dal Quattrocento, che rende conto in gran parte della particolare evoluzione, ricca sia di analogie e contaminazioni che di invenzioni, della ceramica derutese.


Tutti i testi quì riportati sono a cura di Giulio Busti e Franco Cocchi tratti dal CD Multimediale del Museo di Deruta

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