I primi studi ceramologici, le ricerche storiche e l’interesse di amatori e collezionisti, favorirono la ripresa artistica e industriale che è segnata da una esposizione a premio organizzata dal Comune di Deruta nel 1872. Alla esposizione parteciparono quasi tutte le fabbriche locali esistenti ed esattamente, secondo la classifica finale di merito, quelle di Isocrate Casti, Salvatore Grazia, Angelo Artegiani, Domenico Grazia, Ubaldo Grazia. Una mostra di antiche ceramiche derutesi fece da corollario al concorso e da qui probabilmente si originò l’idea di costituire un museo comunale, che, in effetti, fu fondato alla fine del secolo per iniziativa di Francesco Briganti. Fu inoltre grazie allo stesso Briganti e al medico-artista Angelo Micheletti, ai quali più tardi si aggiunse Alpinolo Magnini, che nuovamente la ceramica derutese si avviò verso una feconda stagione.

Nei primi anni del Novecento infatti, dopo l’avvio di una scuola di disegno per la ceramica, diretta prima dal gualdese Alfredo Santarelli e poi da Alpinolo Magnini, quest’ultimo formatosi ai corsi di arte applicata del Museo artistico e industriale di Roma, si formarono le prime maestranze specializzate e i produttori tentarono di riunirsi in cooperativa.

La nuova azienda ebbe vita breve, ma fu prontamente sostituita da una nuova società, la “Maioliche Deruta”, che vedeva la presenza attiva di alcuni industriali perugini. Pochi anni dopo, nel 1922, per iniziativa di Ubaldo Grazia già capofabbrica della “Maioliche Deruta”, si costituì una società fra ex-combattenti che operò in un moderno impianto industriale.

La produzione di entrambe le fabbriche si orientò verso tipologie revivalistiche e classicheggianti, dalla fedele imitazione degli originali cinquecenteschi, compresi quelli a lustro, fino alla rielaborazione di temi decorativi e formali della tradizione ceramica nazionale e alla ritrattistica celebrativa Il successo commerciale fu notevole, sia per le produzioni più tradizionali che trovavano nella fabbrica “Grazia” un geloso custode, sia per quelle più innovative, ispirate alle tendenze del liberty e dell’art decò e, più tardi, a quelle dello stile moderno novecentista, e che trovavano posto nella produzione della “Maioliche Deruta”.


Tutti i testi quì riportati sono a cura di Giulio Busti e Franco Cocchi tratti dal CD Multimediale del Museo di Deruta

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